Lucia - “Se devo
utilizzare delle fragole,
anche solo per guarnire
un’insalata fresca, non
le voglio tutte uguali.”

Scoprire le erbe aromatiche, i loro profumi, guardare i colori delle cose della natura, frutti o verdure e brigare con le pentole è una cosa che mi porto avanti fin da bambina. Ma da bambina non me ne rendevo conto. Lo facevo e basta, come lavarmi le mani o correre su un prato. Da adolescente non pensavo che avrei mai cucinato per lavoro. Eppure mi hanno detto che da bambina già facevo i dolci di Pan di Spagna: per me era un gioco! Un giorno però è successo che hanno provato a inserire nel menù i miei dolci fatti in famiglia per gioco, e il risultato è stato che piacevano, e si vendevano.

Frequentavo ragioneria nel frattempo e credo di esserne uscita alla fine portandomi qualcosa di importante e di personale: corrispondeva al mio bisogno di precisione. Mi è tornato sempre utile, in particolare nelle ricette per i dolci, dove non devi sbagliare le proporzioni. Il rigore è importante in queste cose. In sostanza, ho sempre avuto un ottimo rapporto con la cucina, e ce l’ho tutt’ora: continuo a farmi annotazioni, inserire dei post-it nei miei quaderni e taccuini, curiosare nelle ricette dei “grandi cuochi” e poi variare, scomporre, innovare e modificare a modo mio. Perché quando si parla di creatività a volte si dimentica che c’è un istinto, ed è del tutto personale. Si tratta di un modo di guardare il mondo, e di esplorarlo.

Lucia Sgubin
C’è tanto lavoro manuale qui, facciamo la pasta e gli impasti in casa e abbiamo i nostri “rituali”. Selezioniamo gli ingredienti base scegliendo sempre la qualità, e vogliamo che sia alta. Se devo utilizzare delle fragole, anche solo per guarnire un’insalata fresca, non le voglio tutte uguali: la natura non fa le cose tutte uguali, né le fragole né le persone, per fortuna…
E forse la cosa che mi piace di più del mio lavoro è proprio questa: la variabilità, la sorpresa, la ricerca. Allo stesso tempo è importante la cura “estetica” per rifinire un piatto. A volte è una piccola cosa, come un fiore di sambuco o un mazzetto minuscolo di erba cipollina. Sono queste le cose della natura che ci stanno davanti agli occhi, ma a volte non vediamo: piccoli ingredienti magici e ispiratori. Ma sono muti, non gridano. Per questo mi piace valorizzarli.

Qui non standardizziamo mai: che si tratti di una cerimonia da cento persone o di una cena intima per due, ci mettiamo la stessa cura: deve essere sempre un’esperienza curata, estetica, genuina e “fresca”. Forse, se esiste, è la piccola magia di qui. Vale per tutte le stagioni, perché ogni stagione ha i suoi sapori, i suoi ingredienti e colori. Io cerco ingredienti stagionali di territorio, possibilmente a km 0: so dove andare a cercarli. Sono un’esploratrice.

Nadia

Nadia - “Mernico
è silenziosa.
C’è pace ma anche
festa: quella vera
e semplice, fatta
di persone.”

Sono arrivata qui per amore, non sapevo sarebbe stato per la vita! La mia formazione mi avrebbe portato in un’aula con tanti bambini, perché sono insegnante di scuola materna: regole, capacità di accoglienza e di attenzione, empatia. Forse un po’ di tutto questo l’ho portato anche qui. In un’attività come questa, l’empatia è vitale. La vita è fatta d’incontri, alcuni qui sono speciali. Penso per esempio allo scrittore svizzero giunto qui con una interprete al seguito, e l’interprete mi diceva che non avrebbe mai cessato di camminare con lui e farsi raccontare i viaggi di quell’uomo che “viaggiava al contrario”: dal mare (la Duino di Rilke) verso la Svizzera. A volte mi dico: “è come nelle fiabe che leggevo da bambina, in cui i viandanti si incrociavano nelle locande. Persone interessanti che magari non rivedrai mai più, oppure ritorneranno, chissà…”

Per me è un vero piacere ricevere le persone e spiegare i piatti - anche se oggi i mie figli Margherita e Marco lo fanno molto bene - accogliere i clienti e racontare la nostra tradizione e la nostra creatività per poi vedere se alla fine combacia con quello che sperimentano qui.

Nella nostra famiglia i legami e le relazioni sono importanti. L’unità è una forza: se non fosse così non potremmo convivere come famiglia anche sul lavoro, ci pesteremmo i piedi in continuazione. Se abbiamo screzi, ne discutiamo apertamente. Ma visto che qui c’è molto da fare… e molto spazio per farsi un giretto e prendere una bella boccata d’aria, a volte bastano quattro passi nel silenzio e… tutto passa. Mernico è silenziosa. Eppure qui c’è pace ma anche festa: quella vera e semplice, fatta di persone. Amo tutto questo. Il tempo passa, certo, ma se ami quello che fai non te ne accorgi. È una bella fortuna.

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